Gli inganni nell’esperienza utente, noti come “dark pattern”, rappresentano modelli di progettazione che mirano a influenzare le decisioni degli utenti in modo inconsapevole, favorendo gli interessi delle piattaforme o dei gestori dei servizi a discapito della privacy individuale.
Questi schemi sfruttano comunicazioni poco chiare, specialmente nella progettazione grafica delle interfacce e nel processo di iscrizione online, con l’intento di spingere gli utenti a compiere azioni indesiderate che potrebbero avere conseguenze negative sulla loro privacy.
L’obiettivo è manipolare le decisioni degli utenti, limitando la loro libertà di scelta e influenzando il percorso decisionale complessivo. I dark pattern agiscono come strumenti subdoli per indirizzare verso scelte specifiche predefinite dalla società che li implementa.
Questi modelli decisionali, creati appositamente per guidare gli utenti verso determinate azioni, cercano di influenzare comportamenti e, al contempo, ostacolare il pensiero critico riguardo al controllo consapevole dei propri dati personali. La mancanza di trasparenza di tali schemi e interfacce grafiche implica un impatto negativo sulla tutela dei dati personali delle persone coinvolte.
Con l’introduzione del Digital Service Act (DSA), un regolamento dell’Unione Europea entrato in vigore nel novembre 2022 e applicabile a partire dal febbraio 2024, si fornisce per la prima volta una definizione ufficiale di “dark pattern”. Questo atto normativo mira a regolamentare il mercato unico dei servizi digitali, identificando chiaramente quei meccanismi che alterano il processo decisionale dell’utente come dark pattern, rafforzando così la protezione della privacy nell’era digitale.