Il Garante per la Privacy ha recentemente dato il suo consenso, con riserve, al nuovo Disegno di Legge sull’Intelligenza Artificiale (IA) in Italia. Questa approvazione, seppur condizionata, porta con sé una serie di raccomandazioni che puntano a garantire la conformità agli standard europei in materia di protezione dei dati personali. Dietro questa approvazione, tuttavia, emergono questioni cruciali che potrebbero ridefinire il panorama della gestione dei dati personali in Italia.
Il Provvedimento n. 477: Un via libera condizionato
Con il provvedimento n. 477, il Garante ha ufficialmente espresso il suo parere positivo sul disegno di legge governativo, che include una delega per l’adeguamento al Regolamento UE sull’Intelligenza Artificiale (AI Act). Questo disegno di legge mira a regolamentare lo sviluppo, la sperimentazione e l’adozione dei sistemi di IA in vari settori, tra cui sanità, giustizia, lavoro, sicurezza e difesa nazionale.
Tuttavia, il consenso del Garante è accompagnato da una serie di raccomandazioni. Una delle più significative è l’integrazione del disegno di legge con riferimenti espliciti alla conformità con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). Questo passaggio è fondamentale per garantire che le tecnologie di IA rispettino le normative europee esistenti.
Il ruolo del garante: supervisore o controllato?
Un aspetto particolarmente controverso riguarda la proposta di designare il Garante per la Privacy come autorità competente per specifici aspetti dell’IA, come i sistemi di identificazione biometrica remota in tempo reale, utilizzati per finalità di polizia in spazi pubblici. Questa designazione potrebbe ridurre gli oneri amministrativi e garantire un controllo efficace, ma solleva anche interrogativi su un possibile conflitto di interessi. Il Garante, storicamente incaricato di proteggere la privacy, potrebbe trovarsi in una posizione ambigua, dovendo controllare tecnologie che potrebbero minare la stessa privacy che è chiamato a tutelare.
Implicazioni per la protezione dei dati in Italia
Il parere del Garante solleva anche preoccupazioni riguardo alla protezione dei dati personali nei settori lavorativo e sanitario, due ambiti in cui l’IA sta guadagnando sempre più spazio. Con l’aumento dell’uso dell’IA, cresce anche il rischio di un controllo eccessivo sui dati personali, una questione che il Garante ha posto al centro delle sue raccomandazioni.
Mentre il disegno di legge sull’IA procede nel suo iter legislativo, restano molte domande aperte: il Garante riuscirà a mantenere la sua indipendenza? La normativa nazionale sarà realmente in linea con gli standard europei? E, soprattutto, come verrà garantita la protezione dei dati personali in un contesto in cui le tecnologie di IA diventano sempre più pervasive?
Un futuro incerto per la privacy dei cittadini italiani
Il consenso del Garante per la Privacy al disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale rappresenta un passaggio cruciale, ma non privo di criticità. Le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi saranno determinanti per la protezione dei dati personali in Italia e per l’evoluzione delle tecnologie di IA. È fondamentale che la normativa si allinei pienamente agli standard europei per evitare che i diritti dei cittadini vengano compromessi.