La gestione delle segnalazioni di whistleblowing in ambito scolastico e universitario rappresenta una sfida complessa, richiedendo misure specifiche per garantire la tutela dei dati personali. Con il D.lgs. 24/2023, che recepisce la Direttiva UE 1937/2019 sul whistleblowing, si amplia il ventaglio di soggetti che possono presentare segnalazioni protette, includendo anche gli azionisti e coloro che ricoprono funzioni di amministrazione, direzione, controllo o vigilanza, sia nel settore pubblico che privato. Questo include anche i rappresentanti degli studenti all’interno degli organi di governance universitari, come previsto dalle linee guida ANAC.
Whistleblowing e studenti universitari: un ruolo attivo nella governance
Gli studenti che collaborano con le università attraverso contratti di collaborazione a tempo parziale sono considerati legittimati a effettuare segnalazioni di whistleblowing. In particolare, i rappresentanti degli studenti che partecipano attivamente agli organi di governance degli Atenei, grazie al loro ruolo, possono accedere a informazioni sensibili, come il registro dei trattamenti e i contatti del Responsabile per la Protezione dei Dati (RPD), come previsto dal Regolamento UE 679/2016 (GDPR).
Questo implica una responsabilità maggiore per questi studenti, che non solo devono garantire la correttezza delle segnalazioni, ma devono anche essere consapevoli delle normative legate alla privacy e alla protezione dei dati personali, per evitare eventuali violazioni.
Whistleblowing e privacy anche per le scuole: il caso degli istituti scolastici
Le scuole non sono esenti da queste normative. Anche in questo ambito, i componenti dei Consigli di Circolo e di Istituto, così come i rappresentanti degli studenti e dei genitori, potrebbero avere facoltà simili nel contesto del whistleblowing e della tutela della privacy, come previsto dal D.lgs. 297/1994. Per le scuole, l’ANAC ha stabilito che le segnalazioni di whistleblowing devono essere indirizzate agli Uffici scolastici regionali.
Un aspetto delicato riguarda gli studenti minorenni che ricoprono ruoli di responsabilità all’interno della governance scolastica. In questi casi, entra in gioco l’articolo 2048 del Codice Civile, che stabilisce la responsabilità dei genitori o dei tutori nel caso in cui una segnalazione provochi danni a terzi.
Privacy e diritti degli studenti e dei genitori
È importante sottolineare che gli studenti e i genitori, in veste individuale, non possono presentare segnalazioni di whistleblowing. Tuttavia, possono esercitare i loro diritti alla privacy come interessati al trattamento dei dati personali. Quando, invece, sono coinvolti nella governance delle scuole o delle università, assumono un ruolo che richiede consapevolezza delle responsabilità e delle normative vigenti in materia di privacy e trattamento dei dati personali.
Linee guida CODAU e materiali del Garante per la Privacy
Per quanto riguarda le università, le Linee guida sulla privacy del CODAU del 2017 forniscono un importante quadro per la gestione dei dati personali. Queste linee guida descrivono ben 31 tipologie di trattamenti, 11 delle quali riguardano direttamente gli studenti. Sebbene non abbiano lo stesso valore normativo delle linee guida emanate dall’EDPB (European Data Protection Board), rappresentano un punto di riferimento utile per l’applicazione delle norme in ambito universitario.
In ambito scolastico, il Garante per la privacy ha pubblicato diversi materiali informativi, come il vademecum “La scuola a prova di privacy” e una sezione dedicata di FAQ. Tra i provvedimenti più rilevanti, si ricordano il provvedimento n. 140/2020, relativo alla pubblicazione di graduatorie contenenti dati sensibili, e il provvedimento n. 316/2021, riguardante l’uso di dati biometrici per il riconoscimento degli studenti.
Educazione alla privacy e whistleblowing: un obiettivo formativo
L’educazione alla privacy e alla gestione delle segnalazioni di whistleblowing è ormai considerata parte integrante del percorso formativo nelle scuole e nelle università. La legge 92/2019 sull’insegnamento dell’educazione civica, tra i suoi obiettivi, include la cittadinanza digitale, che prevede anche la tutela dei dati personali. Rafforzare la consapevolezza e le competenze degli studenti e dei rappresentanti dei genitori in materia di trattamento dei dati personali è essenziale per prevenire violazioni della privacy e garantire la legalità delle attività svolte all’interno delle istituzioni scolastiche e universitarie.
La corretta gestione delle segnalazioni di whistleblowing e la tutela dei dati personali sono aspetti cruciali per garantire la trasparenza e la sicurezza all’interno delle scuole e delle università. L’educazione alla cittadinanza digitale e alla protezione dei dati personali assume quindi un’importanza crescente, contribuendo a formare studenti e rappresentanti consapevoli dei loro diritti e delle loro responsabilità.