Foodinho, la società che opera sotto il marchio Glovo in Italia, è stata multata per 5 milioni di euro dal Garante per la protezione dei dati personali. La sanzione, tra le più dure mai inflitte nel settore del food delivery, è stata accompagnata da un divieto sull’uso di algoritmi incontestabili nella gestione dei rider. Questi sistemi automatizzati, impiegati per assegnare turni e ordini, non permettevano ai lavoratori di contestare le decisioni prese. La multa è il risultato di un’indagine congiunta tra l’Autorità e il Nucleo speciale della Guardia di Finanza, che ha portato alla luce gravi violazioni del GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati.
Le violazioni di Foodinho: geolocalizzazione e algoritmi sotto accusa
L’inchiesta ha coinvolto oltre 35mila rider attivi per Foodinho in Italia e ha evidenziato diverse irregolarità. Tra i problemi principali riscontrati:
- Profilazione algoritmica dei lavoratori.
- Utilizzo non autorizzato dei dati di geolocalizzazione, anche quando l’app era chiusa.
- Invio di informazioni personali a terze parti senza il consenso degli interessati.
Questi comportamenti sono stati giudicati in contrasto con il GDPR, che tutela il diritto alla privacy e prevede il controllo umano sulle decisioni automatizzate.
Un provvedimento più severo rispetto al passato
Non è la prima volta che Foodinho viene sanzionata dal Garante. Già nel 2021, l’azienda aveva ricevuto una multa di 2,6 milioni di euro per problemi legati al trattamento dei dati dei rider. Tuttavia, la nuova decisione segna un passo ulteriore: oltre alla multa, il Garante ha imposto misure precise per garantire maggiore trasparenza e tutela dei lavoratori.
Le principali prescrizioni includono:
- Trasparenza nella disattivazione degli account: Foodinho dovrà modificare i messaggi inviati ai rider in caso di blocco, indicando chiaramente come contestare la decisione.
- Verifica umana delle decisioni algoritmiche: sarà obbligatoria la supervisione da parte di operatori formati, per consentire ai rider di esprimere opinioni e contestare gli effetti delle decisioni automatizzate.
- Limitazioni alla geolocalizzazione: l’azienda dovrà segnalare quando il GPS è attivo e spegnerlo automaticamente quando l’app non è in uso.
Come è partita l’indagine: il caso Galassi
L’indagine è stata avviata nel 2022, dopo la tragica morte di Sebastian Galassi, un rider di Foodinho deceduto durante una consegna. La stampa ha riportato che l’account di Galassi era stato disattivato dopo l’incidente, un fatto che ha attirato l’attenzione del Garante. Ulteriori segnalazioni da parte di esperti informatici e il supporto del progetto Reversing.Works hanno confermato l’uso di pratiche discutibili nei sistemi di gestione dei rider.
Durante le ispezioni, è emerso che Foodinho inviava messaggi standard ai lavoratori bloccati, senza fornire informazioni sui loro diritti. Inoltre, i sistemi algoritmici che assegnavano turni e ordini non rispettavano le garanzie previste dal GDPR, negando ai rider il diritto di contestare o ottenere spiegazioni sulle decisioni prese.
Collaborazione internazionale e quadro normativo europeo
La vicenda di Foodinho si inserisce in un contesto più ampio di crescenti controlli sulle piattaforme digitali in Europa. Nel 2024, l’Unione Europea ha approvato una nuova direttiva che rafforza i diritti dei lavoratori delle piattaforme, inclusa la possibilità di contestare le decisioni algoritmiche.
Progetti come Reversing.Works stanno svolgendo un ruolo cruciale nel denunciare le pratiche delle piattaforme della gig economy, evidenziando come molte di esse adottino modelli operativi basati sullo sfruttamento dei dati, spesso in violazione delle normative sulla privacy e sul lavoro.
Le implicazioni per Glovo e il futuro del settore
Oltre a dover adeguarsi rapidamente alle prescrizioni del Garante, Foodinho potrebbe affrontare ulteriori conseguenze. Anche la capogruppo spagnola GlovoApp23 è attualmente sotto indagine da parte dell’autorità garante spagnola, che sta collaborando con quella italiana. Non si esclude che nuove sanzioni possano essere emesse contro la società madre.
La vicenda solleva interrogativi più ampi sull’impatto delle nuove regole europee sulle piattaforme di food delivery e sulla sostenibilità del loro modello di business. In un settore sempre più regolamentato, sarà cruciale per le aziende bilanciare efficienza e rispetto dei diritti dei lavoratori.